Arbus. Museo del coltello sardo

Arresoias

Arburesa
Il coltello “Arburesa” nasce nel Sud-ovest Sardegna, ad Arbus, da cui prende il nome. La forma della lama a “foglia larga”, o "panciuta", lo pone nelle preferenze di chi deve utilizzare questo coltello per scuoiare animali o come strumento nella pratica venatoria.
Il manico, spesso confezionato in corno di montone, non presenta un’anima ma è costituito da un monoblocco che viene tagliato per l’alloggiamento della lama, per il quale vengono usati degli acciai elastici e resistenti. Oltre ad essere stata oggetto della storia sarda, l’Arburesa era anche detentrice nel Guinnes dei primati del titolo di coltello più grande del mondo, impresa raggiunta da Paolo Pusceddu di Arbus con un gioiello lungo  mt. 3,35. In seguito Pusceddu ha realizzato un coltello di dimensioni ancora maggiori, con una lunghezza di mt. 4,65 e dal peso di 285 kg.

Pattadese
Chiamata anche “sa resorza”, veniva commissionata direttamente al fabbro coltellinaio che doveva costruire il coltello in base alle esigenze del committente. Il pastore poteva utilizzarlo per macellare il bestiame, per nutrirsi, difendersi o collezionarlo e ad ogni uso doveva corrispondere una diversa lunghezza, pesantezza e maneggevolezza. Per la realizzazione del manico solitamente veniva usato il corno di montone o muflone, in quanto molto resistenti. Per la forgiatura della lama si utilizzavano acciai ricavati da vecchie baionette o da balestre di calessi.

La Pattadese prende il nome dal suo paese d’origine, Pattada, piccolo centro del nord Sardegna. Questo coltello a serramanico, dalla linea sinuosa, affusolata e piacevole, non ha rivali poiché rappresenta sicuramente il coltello sardo per antonomasia. La Pattadese ha mantenuto inalterate le sue caratteristiche principali, ossia l’innovazione del manico in monoblocco con un’anima in ferro o ottone ospitata tra due guancette in corno, che rendono il coltello più resistente e indeformabile.

Guspinese
la "Guspinese" nella storia della Sardegna presenta un percorso storico di notevole importanza.
Tipica dell'area di Guspini, la forma caratteristica a punta mozza è dovuta ad esigenze legali, imposte dal divieto dell'uso dei coltelli con la punta.  Questo tipo di coltello era utile per gli usi comuni ma, in virtù della sua forma mozza, non poteva essere usato come arma nei frequenti episodi litigiosi all'interno delle miniere.
La maggiore notorietà di questo coltello fu raggiunta durante la 1°guerra mondiale  con la Brigata Sassari,  che utilizzò la Guspinese al posto delle baionette in dotazione. La Guspinesa viene anche prodotta con la lama a punta leggermente panciuta, chiamata anche a "foglia di mirto".
La Regione Sardegna, per tutelare la produzione artigianale, le ha recentemnte conferito il marchio DOC riconoscendo come "Guspinesa" il coltello con queste caratteristiche che viene prodotto esclusivamente dagli artigiani di Guspini.