"Cazz boh", tra nanoveleni e vento della mafia

"Cazz boh" è la rabbia dei sardi, tra nanoveleni e vento della mafia

"Che male c'è se questa gente è disunita. In fondo siamo cento personaggi in cerca di berritta". "Che male c'è se ti avvelenano la terra. In fondo il cibo è più sicuro se è prodotto in una serra".

E ancora benzene nella falda, aziende finite all'asta e acquistate a prezzo indegno da prestanome della banca ("Così non hai debiti e puoi ucciderti sereno"), la lingua sarda "non puo esprimere concetti di livello", e quanto è bello far l'amore "tranne a Quirra" perché "attenti, i bimbi malformati son dovuti ai coiti tra parenti". E non è finita: il vento sfruttato dalla mafia, i boschi in fiamme. Per concludere: "tanto ai Sardi per principio in culu l'intrat et in conca no".

E' la canzone "Cazz boh" nella nuova versione "Nasodoble & friends". Presentata a Martis durante la rassegna cinematografica Life After Oil è stata caricata su You Tube. I cantanti (Beppe Dettori, Francesco Piu, Ilaria Porceddu e Joe Perrino) si alternano su un letto bianco ed elencano "con riso sardonico il disastro politico, sociale, mafioso, militare e industriale della Sardegna degli anni zero", come racconta Alessandro Carta, autore e cantante del brano.