Flora e Fauna del Molentargius
Il sistema di Molentargius è costituito da un insieme di aree con acqua a differenti gradi di salinita, dalle vasche ad acqua dolce ed eutrofica del Bellarosa Minora, a quelle ipersaline delle caselle salanti, passando per quelle del Bellarosa Maggiore e di Quartu con concentrazioni via via crescenti di sali. In questo ambiente umido di eccezionale importanza vivono e convivono specie stanziali e migratorie dell'area del Mediterraneo.
Le zone umide sono gli ambienti più straordinari presenti nella terra: si tratta di estensioni più o meno vaste di acqua, dolce o più o meno salata, alimentate dalle piogge, dai fiumi, e in certi casi, come nelle lagune, almeno in parte dal mare. Proprio a causa della grande disponibilità di acqua questi ambienti sono considerati tra i più ricchi di vita al mondo, garantendo la sopravvivenza a migliaia di specie animali e vegetali.
Ma non solo: le zone umide sono un’ importante risorsa anche per le attività umane, come per esempio l’approvvigionamento di acqua e la pesca. Proprio per questo motivo, le zone umide sono degli ambienti protetti a livello internazionale.
La Sardegna è tra le regioni italiane più ricche di zone umide: le più importanti si trovano nel Golfo di Cagliari e nel Golfo di Oristano. Gli stagni di Cagliari e quelli del Molentàrgius, delle saline di Cagliari e di Quartu, sono tra le più interessanti zone umide dell’isola. In particolare, lo stagno di Molentàrgius e le Saline sono state dichiarate Parco Regionale proprio a causa delle loro bellezze naturalistiche.
Dal Medioevo fino al 1800 le Saline di Cagliari venivano utilizzate per l’estrazione del sale marino, che veniva anche esportato nel continente. Prima dell’avvento della meccanizzazione delle attività di estrazione del sale, il preziosissimo “oro bianco” veniva caricato e trasportato sui dorsi degli asini, “is molentis”, che venivano custoditi e seguiti da una persona addetta a questa mansione, ovvero l’asinaio, “su molentàrgiu”. Il nome del complesso di zone umide di Molentàrgius (= asinai), quindi, proviene proprio dalla memoria della loro secolare e gloriosa storia!
Una passeggiata nello stagno e nelle saline è un’esperienza che non si dimentica più: il profumo della salsedine è pungente e gli specchi d’acqua fermissimi e di un bel rosa-confetto riflettono come degli specchi la Sella del Diavolo, incorniciati da cortine di cristalli di sale che luccicano al sole. In un ambiente così particolare, la vita è necessariamente particolare. L’ambiente di salina infatti è difficile, “estremo”, ed animali e piante si sono dovuti adattare a queste particolari condizioni.
Lungo gli argini e tutto intorno agli specchi d’acqua, crescono dei cespugli di un bel verde-azzurro, oppure verde-giallo, che apparentemente non sembrano avere foglie, ma solo rametti verdi e grassocci, come piante grasse. E’ la salicornia, una pianta alofila (= che ama il sale) tipica degli ambienti salati e super-specializzata a sopravvivere in questo habitat grazie ai fusti carnosi che le permettono di accumulare i sali in eccesso e che non potrebbe assimilare.
La pianta si usava nell’antichità per fare delle insalate... alle quali non veniva aggiunto il sale! Esistono molte specie di salicornie, perenni o annuali, alcune di queste molto rare e presenti solo in Sardegna ed in altre poche località del Mediterraneo. Assieme alla salicornia e ad altre piante alofile, negli argini delle saline cresce una creatura davvero strana: sembra un fungo che sbuca dal terreno, colorato di violetto, senza foglie da rami. Ma è una pianta o un fungo? Il fungo di Malta, sembra fungo ma è in verità una vera pianta!!
Cresce a contatto con altre piante che amano il sale ed composto solo da uno scapo, che funge anche da infiorescenza. Questa strana pianta sbuca dal sottosuolo (come un..fungo!) alla fine dell’inverno ed in primavera, ed al contrario delle maggior parte delle piante che presentano fiori vistosi, non viene impollinata da api e farfalle,ma numerosi insetti terricoli.
Tutte queste piante non sembrano tanto appariscenti se confrontate con le piante da fiore che siamo abituati a vedere in altri ambienti, come per esempio nei prati, ma non tutte sono così poco vistose: se passeggiamo tra gli argini ed i cespugli di salicornia in estate potremmo scoprire la splendida fioritura del Limonium.
Nel Mediterraneo esistono centinaia di specie di Limonium, alcune decine in Sardegna, spesso molto simili tra loro e difficilmente distinguibili, ma tutte molto interessanti e dalle belle spighe costellate di fiorellini azzurri. Anche queste specie sono specializzate nel vivere in ambienti salati e tollerano concentrazioni di sali nel terreno molto elevate.
Man mano che ci spostiamo verso l’interno e ci allontaniamo dal mare, le zone umide ospitano acque sempre meno salate, quindi giusto un po’ salmastre, poi completamente dolci. A questo variare di caratteristiche ambientali cambia anche la vita che popola questi ambienti: appena l’acqua è un poco più dolce compaiono infatti gli estesi e fittissimi canneti, con i quali forse abbiamo un po’ più di confidenza.
Ma l’esplorazione degli stagni è solo all’inizio! In un ambiente così particolare e diversificato, gli incontri con gli animali sono frequenti ed emozionanti. In Sardegna il protagonista degli stagni e delle saline è indubbiamente il Fenicottero rosa, che tutti conosciamo ma che non finisce mai di stupirci... quelle zampe lunghe come trampoli, il collo ugualmente lungo, il becco ricurvo e i colori sgargianti hanno reso famoso quest’uccello in tutto il mondo.
Il Fenicottero è un animale strettamente legato alle zone umide, poiché si nutre di piccoli invertebrati acquatici (soprattutto crostacei, come Artemia salina, una sorta di gamberetto che dà il pigmento rosato alle piume dei fenicotteri).
Il fenicottero nidifica in grosse colonie che possono essere composte da centinaia di coppie, e costruisce un nido di fango a forma di vulcano, sulla cui cima depone un solo grande uovo. Il fenicottero nidifica in Sardegna dagli anni ‘90, ed è sempre uno spettacolo appostarsi ai margini delle saline con un binocolo –senza avvicinarsi troppo, per non disturbarli- ed osservare questi uccelli nel loro ambiente, oppure vederli attraversare la città di Cagliari ed il porto la sera, mentre si spostano nella laguna di Santa Gilla.
Ma il fenicottero non è che una della tante specie di uccelli presenti nelle saline ed a Molentàrgius: con un po’ di pazienza negli specchi d’acqua si possono osservare tante specie di anatre, il cavaliere d’Italia e l’avocetta, il pollo sultano e, con un po’ di fortuna, anche il grosso pellicano che da qualche anno frequenta gli stagni di Cagliari.
Togliendo lo sguardo dal binocolo e cercando tra la vegetazione c’è un altro mondo: nel terreno passeggiano coleotteri coloratissimi ed adattati alla vita sui fanghi salati, e piccoli crostacei terrestri o anfibi. Tutti questi piccoli animali devono guardarsi bene le spalle: il coleottero-tigre (tiger-beatle) Cicindela circumdata imperialis è sempre all’erta con le sue mascelle spalancate e pronte a chiudersi sulla prima preda che gli capita a tiro, e soprattutto formiche.
Questo predatore è un coleottero che vive ai margini degli stagni salati e sulle superfici delle zone umide disseccate: è un carnivoro voracissimo che, grazie alle sue grosse mascelle e alla sua notevole velocità, riesce a catturare anche prede ben più grandi rispetto alle sue dimensioni. Si tratta di una specie molto rara, presente in Sardegna solo nelle zone umide salmastre del cagliaritano.
Se la cicindela è temuta dagli organismi più piccoli, nessuno può scampare, neppure lo stesso coleottero-tigre, all’Hyla sarda. Questa è la raganella per eccellenza, piccola e verde come una caramella alla menta. E’ una specie endemica della Sardegna e presente anche in Corsica e nell’Arcipelago Toscano, presente un po’ ovunque, anche nei giardini di Cagliari.
Le basta poco per riprodursi (può deporre le uova in una pozzanghera, o anche nel secchio pieno d’acqua lasciato nel cortile di casa), quando è girino si nutre di detriti, di materiale vegetale e animale, mentre da adulto è un accanito predatore di invertebrati, terrestri o volanti.
Anche per questo motivo è bene rispettare e proteggere le raganelle, che ci fanno tanta compagnia nelle sere d’estate con il loro incessante gracidare, e che rappresentano un ottimo antidoto contro mosche e zanzare! La passeggiata per gli stagni volge al termine, ormai è sera e il tramonto arrossisce ancora di più le acque delle saline, mentre gli uccelli vanno a dormire negli isolotti ricoperti di salicornia e le raganelle iniziano a gracidare.
Ma ecco, sulla via del ritorno, una sorpresa: da una siepe ai margini del canneto esce un musetto appuntito con un naso nero, due occhi vispi e una corazza di spine! E’ un riccio che si è appena svegliato e sta andando a caccia: il riccio è un animale prevalentemente notturno e si nutre di invertebrati (chiocciole, lumache, lombrichi, coleotteri) e più raramente vertebrati (piccoli serpentelli, e se le trova anche le raganelle!).
Quando si sente in pericolo si appallottola mostrando al nemico il suo cappotto di spine, che lo rende inattaccabile. Il riccio si trova anche in città, a Monte Urpinu come a Monte Claro, all’interno del cimitero di Bonaria come a Tuvixeddu.
Purtroppo, sempre più spesso ai ricci capita di attraversare strade molto trafficate e di fare una brutta fine. Per questo se vediamo un riccio ai margini di una strada sarebbe sempre meglio raccoglierlo, con l’aiuto di una persona adulta, e portarlo poco più lontano, nel primo campo disponibile, senza pericoli e dove ci sia possibilità di rifugio.