Tracce-muru muru

Tracce-muru muru | Mauro Murgia

Muru Muru – Mauro Murgia
È la capacità rammemorante, tutta soggettiva, della fotografia ciò cui invita il percorso visivo di “muru muru”. In quest’ottica, lo stesso Mauro Murgia ci propone di seguirlo, con lo sguardo e attraverso il suo sguardo, per muri e frammenti. La fotografia si presenta, così, come un luogo di scambio, di condivisione e di coincidenza, tra lo sguardo del fotografo e quello dello spettatore.

Parlare di memoria significa coinvolgere la dimensione tempo. L’immagine fotografica si insinua tra passato e presente, e Mauro Murgia tenta il cortocircuito, parlando di «presente dimenticato» e di «nostalgia del contemporaneo». Il muro, o quel che resta, non è esclusivamente un frammento materiale, ma anche un frammento di passato che continua a vivere nell’oggi, e il discorso portato avanti in “muru muru” è diretto anche a rievocare questa persistenza frammentaria.

C’è, però, di più, in quanto lo scambio di sguardi tra fotografo e spettatore inserisce un aspetto ulteriore: la distanza temporale tra il momento dello scatto e quello in cui si guarda l’immagine. La fotografia stessa, allora, appare tanto una testimonianza del passato e un suo ricordo, quanto un oggetto che proviene dallo stesso passato; la doppia storicità del muro – resto del passato e sopravvivenza nel presente – si sovrappone, perciò, alla storicità, altrettanto duplice, della fotografia che ce lo restituisce in immagine. L’operazione rammemorativa passa, così, attraverso l’alterità dovuta alla distanza temporale, conferendo durata e spessore storico al nostro sguardo.
Luca Vargiu

Mauro Murgia è nato nel 1968 in Sardegna, dove risiede.
Ha discusso una tesi di laurea in Filosofia sulla fotografia -intesa sia come «prodotto della tecnica» che come «oggetto di riflessione teorica»- e ha partecipato a workshops con fotografi professionisti. Finalizza il suo impegno a progetti rivolti alla ricerca personale, all’editoria, alla divulgazione e alla didattica sia da un punto di vista teorico che pratico-operativo.

Una presentazione della mostra collettiva Urban portraits curata nel 2010 è comparsa sulla galleria de La Repubblica on line e de La Nuova Sardegna on line; una selezione di immagini della mostra-progetto personale Tracce-muru muru, inaugurata a Oristano nel 2008 è apparsa in anteprima su La Repubblica on line; “La Sardegna enigmistica” gli ha dedicato la rubrica fotografica Contus in figuras nel numero 9, aprile 2008.

Foto di paesaggio, architettura e reportage sono pubblicate su volumi, riviste, copertine e calendari (ad es. I Paesi, Le Città, Banco di Sardegna, Cuec). Sulla soglia è il titolo di una mostra dedicata agli anziani (Libreria Tiziano, Villasimius, 2000). Ha partecipato a mostre collettive e personali (Villasimius, Ussana, Cagliari). Sue recensioni e articoli sono comparsi su riviste culturali (“La grotta della vipera”, “Nae”, “Volo”). Cura il sito www.progettofotografia.net.

Intendo la fotografia in stretta relazione con la realtà: una relazione che prende forma a partire da un approccio emotivo e da un uso discreto ma rigoroso del mezzo tecnico. Le motivazioni del fotografare, evolvendosi nel tempo, nelle pause e negli spazi, accompagnano le immagini così come oggi appaiono.
Muru muru ha preso corpo da una composizione e ricombinazione di parti – tracce - di un discorso aperto, come in uno spazio ulteriore, nella continua ricerca di un linguaggio essenziale e condiviso in forme rappresentative.

Quando fotografo, cerco spontaneamente ma con ostinazione quello scatto, sia nel rapporto personale che instauro con l’oggetto, lo spazio e il tempo in cui opero, sia nell’attimo cruciale -ricercato, ripetuto, ritrovato- i cui risultati rielaboro e assimilo con l’analisi e la verifica della corrispondenza tra forma e contenuto. Fotografo frammenti “discreti” di realtà -la gente e le cose, i colori e le forme, le tonalità e le sfumature- volendomi probabilmente, e per indole, svincolare dalle briglie dei cosiddetti generi fotografici (la fotografia di reportage, di architettura, di paesaggio...).

Linee colori odori, territorio e paesaggio, in contesti di vita vissuta e realtà locali rappresentano un presente sempre più complesso e carico di suggestioni per chi voglia cimentarsi a vedere e non semplicemente a guardare la realtà attraverso una fotocamera. La fotografia talvolta riesce a trasfigurare i “frammenti” di tale realtà, divenendo anch’essa arte e linguaggio universale. Intesa e praticata in senso problematico e non meramente strumentale, la fotografia mostra non solo, e non semplicemente, la sua funzione illustrativa, a cui spesso è ridotta, ma il suo autonomo spazio di riflessione e di espressività: da questo orizzonte coltivo il mio punto di vista fotografico.

Quelli di Tracce sono dunque appunti di un viaggio trasfigurato, ricavati dalla ricerca fotografica di un decennio (andendi muru muru...per paesi e città della Sardegna). E la scelta di esporre le immagini vuol essere il personale contributo ad una riflessione sulla realtà che –non inganni l’apparente assenza dell’oggetto umano - porta con sé le tracce di un presente sfuggente nel quale molto può dipendere ancora dallo sforzo e dalla volontà di vivere autenticamente la nostra avventura umana, anche grazie all’arricchimento che può derivare da un rinnovato punto di vista fotografico sul mondo.