Leonardo Cabizza

Leonardo Cabizza, boghe ’e chiterra del Canto Sardo

IL CANTO SARDO (Boghe ’e chiterra)

 Il canto in dialetto è un particolare sistema comunicativo, ci sono infatti canti che sollecitano il lavoro e canti delle feste: nelle bettole, in chiesa o canti funebri, sono proprio i canti a rafforzare le relazioni sociali. Nella società sarda il canto cerimoniale (lamenti funebri, preghiere e inni) è messo in pratica dalle donne, mentre il canto festivo a carattere prevalentemente laico, si svolge spesso negli spazi aperti ed è effettuato da uomini.

All’interno del repertorio musicale sardo, accanto al ballo con l’organetto e il canto polivocale a tenore si inserisce il canto a chitarra che affonda le proprie radici etno-linguistiche nei territori del Logudoro e della Gallura, pur essendo oggi diffuso in tutta la Sardegna.. Molto probabilmente la chitarra fu introdotta nell’isola dagli spagnoli che vi dominarono dal XIV al XVIII secolo.

I chitarristi sardi non usano poggia piedi e poggiano lo strumento sulla coscia destra assumendo così una posizione flessibile. Nelle piazze al fianco della chitarra, che ha un suono chiaro, variegato e ruvido prodotto da corde molto dure, talvolta si inserisce la fisarmonica e con l’affermarsi del professionismo si utilizzano microfono e amplificazione.

Il canto a chitarra attraversa tre momenti principali nel Novecento:
 1. Gli anni Trenta.
 2. Gli anni Cinquanta, sono anni caratterizzati da una notevole attività di incisione dopo la Seconda Guerra Mondiale, risalgono al 1954 le prime incisioni di Leonardo Cabizza. Si sviluppano in quegli anni i maggiori professionisti del canto.
 3. Gli anni Settanta - Ottanta che videro l’opera della generazione nata dopo la guerra.

Il canto a chiterra si sviluppa inizialmente all’interno delle compagnie di amici, nelle feste (serenate e matrimoni), anche nelle bettole dove si ritrovano gruppi di appassionati e costituivano un punto di esame per i giovani promettenti. L’occasione principale durante la quale il canto sardo raggiunge la piena affermazione sociale è la gara in cui trova compimento la cultura di tradizione orale. Sul palco della piazza si esibiscono solitamente tre cantanti accompagnati da un chitarrista, il quale non può cantare durante la gara e non può essere affiancato da un altro chitarrista. Il canto nelle gare è una prerogativa maschile, in altre occasioni è possibile assistere a esibizioni canore di voci femminili. Le gare si svolgono seguendo un preciso schema: dodici forme di canto distribuite in sette parti. Alla fine di ciascuna parte i cantatori possono fare una breve pausa.

Le parti della gara:
 1. Canto in Re, nato nel Logudoro.
 2. La Nuoresa.
 3. Mutos, più diffusi e facilmente adattabili a varie occasioni.
 4. Galluresa o tempiesina e filognana che chiude con una ripresa del canto in re, il primo canto è di origine Gallurese e il secondo trae il suo nome dai raduni per la cardatura della lana.
 5. La Corsicana e il Trallaleru, i due canti sono rispettivamente caratteristici della Gallura e del Campidano.
 6. Mi e La, Fa Diesis, Isolana, Si Bemolle, questa sezione della gara non è sempre cantata o effettuata completamente, prevede quattro forme di canto a volte sostituite con un Canto in Re o dei Mutos. Il Mi e La è un canto nato a Bosa, mentre l’Isolana è molto vicina alla Piaghesa Antiga (Ploaghese antica).
 7. La sezione conclusiva vede l’esecuzione della Disisperada, che trae il suo nome dallo spagnolo despertar (svegliarsi) ed è una forma di serenata, ma per la vicinanza fonica col termine disperare la parola fu portata al significato di canto di disperazione così come si evince dall’andamento melodico. Con questo canto termina la gara, anche se il pubblico spesso richiede altre "voci" e i cantadores continuavano fino a notte tarda soprattutto diversi anni fa.

Nella gara si cantano canzoni delle diverse aree della Sardegna nate in contesti che caratterizzano la cultura tradizionale: la pesca, l’allevamento delle pecore, la lavorazione della lana, la serenata d’amore e il lamento funebre. Ognuno dei dodici canti è eseguito a turno da tre cantatori che intonano una strofa a testa. Solitamente le gare sono organizzate dai comitati delle feste paesane e possono essere a premio e a compenso. Quelle a premio erano più frequenti nel passato ma talvolta i cantadores ricevono sia il compenso in denaro che la coppa.

I cantanti e i suonatori, oltre al talento proprio, imparano attraverso l’osservazione dei più esperti. Essi sono considerati dei veri professionisti e le loro canzoni sono apprezzate da un pubblico di intenditori e appassionati, infatti non tutti i sardi le capiscono.

Separando le parole dalla musica si nota che la poesia è alla base del canto a chitarra e vi si identifica il senso di appartenenza della popolazione. La lingua principale del canto a chitarra è una varietà del dialetto logudorese anche se nella Gallurese e nella Corsicana abbiamo forme del dialetto Gallurese. I temi trattati nelle poesie cantate sono soprattutto amorosi (serenata, corteggiamento) e satirici e nei Mutos si trovano argomenti storico-religiosi o di augurio e di attualità.

Parte storica curata dalla Dott.ssa Veronica BORRIELLI

LEONARDO CABIZZA – IL RE DEL CANTO SARDO

Da alcuni mesi è possibile visitare su Internet il Sito Ufficiale del noto cantautore Leonardo Cabizza, una realtà “virtuale” per gli amanti del canto sardo tradizionale a chitarra.
Il sito nasce dall’idea e dall’impegno di Gian Michele PIGA nipote di Cabizza, grazie anche alla collaborazione di parenti ed amici vicini al cantante.

Biografia

Leonardo Cabizza nasce il 27 febbraio 1924 a Bulzi, un paese ai piedi delle colline Logudoresi nella provincia di Sassari. Il padre di Leonardo, già a suo tempo “Cantadore” ama cantare ed improvvisare; possiamo dire sia uno dei suoi primi iniziatori del canto sardo tradizionale. Infatti, con delicata attenzione, il padre capisce che Leonardo è dotato di una voce melodica e potente che la natura gli ha donato.
Con il passar del tempo, invogliato dal padre, Leonardo s’innamora del Canto Sardo e contemporaneamente si avvicina alla chitarra, strumento che diventa fondamentale per la sua carriera e per esercitare la voce.

Inizia a crescere in un vivace ambiente musicale, ha modo di esibirsi sul palco come esordiente, la forza interpretativa che mette nel cantare è travolgente, subito notato dal pubblico riscuote apprezzamenti nelle piazze e una improvvisa popolarità incoraggia Leonardo a continuare. Nel 1945 inizia la sua vera carriera; gli inviti e le gare cominciano ad essere sempre più frequenti, il suo nome è sinonimo di sicuro successo per una festa.

Notato più volte da intenditori e tecnici del settore, nel 1952 viene contattato per la realizzazione del suo primo 78 giri che porta l’etichetta della nota casa discografica “Cetra” di Torino, successivamente incide anche per “La voce del padrone”di Milano.

Nel 1954, vista la dinamicità vocale e passione che applica nel cantare, dopo una attenta selezione gestita dalla RAI viene chiamato a rappresentare la Sardegna nella famosa trasmissione radiofonica “Il campanile d’oro”, con la regia di Silvio Gigli.
La trasmissione metteva in competizione i cantanti di tutte le regioni d’Italia, e la Sardegna grazie a Leonardo accompagnato con la chiatarra del grande Maestro ed Amico Nicolino Cabizza si classifica seconda.

Nell’anno successivo la RAI di Firenze organizza un’altra trasmissione interregionale intitolata “ Ventiquattresima ora ”, condotta da Mario Riva, è Silvio Gigli questa volta ad scegliere il nome di Leonardo Cabizza per rappresentare la Sardegna; anche in quella occasione ottiene un discreto successo che si propaga in Italia ed ancor di più in Sardegna.

Nei primi anni 60, iniziano ad emergere canzoni e spettacoli di un gruppo folcloristico nel quale Leonardo è autore/coautore ed interprete. Questo progetto nasce dall’incontro e dall’amicizia di questo ristretto gruppo di amici con il nome di “Quartetto Logudoro”. La realizzazione del progetto porta anche le firme della bravissima cantante Maria Teresa Cau, dello strepitoso chitarrista Aldo Cabizza e il magico fisarmonicista Antonio Ruiu, in alcuni casi anche la firma di Salvatore Virdis.

Gli spettacoli e le feste che richiedono la sua presenza aumentano sempre di più, cosichè nel 1961 ha modo di partecipare alle manifestazioni di “Italia 61” per il centenario dell’Unità d’Italia a Torino.

Ad Udine, viene chiamato per le serate di beneficenza organizzate per raccogliere fondi a favore dei terremotati del Friuli; dove riesce con la sua voce e le dediche a dare un forte valore sociale e ad esprimere solidarietà verso la popolazione colpita.

Sempre nel ’61 Leonardo e Maria Teresa Cau si trasferiscono per diversi giorni a Napoli accompagnati dalla chitarra di Aldo Cabizza e la fisarmonica di Antonio Ruiu, dove incidono diversi dischi con la “Vis Radio“ casa discografica famosissima presso cui vengono prodotti anche i dischi dei più famosi cantautori del momento come Claudio Villa, Giorgio Consolini, Carla Boni … etc.; ancora una volta la sinergia e la melodia producono un risultato eccezionale ed i dischi prodotti sono tra i più venduti.

Nel 1967 Leonardo si esibisce come Solista al “Teatro Brancaccio” di Roma, finita l’interpretazione, viene contattato dal direttore della “RCA” di Roma che gli propone subito un progetto per una nuova registrazione. Viene prodotto il suo primo album come solista, dove compaiono composizioni in lingua italiana con una leggera inversione di tendenza anche sul piano sonoro.

Nei successivi anni ha modo di conoscere Maria Carta agli esordi, straordinaria interprete sarda con la quale condivide per un periodo spettacoli canori.

Durante i molteplici spostamenti che lo vedono sempre protagonista nelle serate e nelle incisioni discografiche tra Milano, Roma e la sua amata Sardegna, trova il tempo per recarsi all’estero; gli vengono proposte vere e proprie tournée, non sempre facili viste le difficoltà di allora, ma con la voglia di esprimersi anche per gli immigrati e i simpatizzanti fuori dall’Italia, riesce ad organizzare tappe che lo vedono protagonista nei teatri in Francia a Parigi, Marsiglia …,in Belgio a Bruxelles, Liegi, in Svizzera canta a Zurigo, Ginevra, Losanna, in Germania si esibìsce a Berlino, Colonia, in Olanda canta ad Amsterdam, e in molte altre città. Gli viene chiesto anche di recarsi in America Latina ed in Canada, ma in quel periodo deve limitarsi per ragioni famigliari.

In queste tournée si deve ringraziare la presenza di musicisti eccezionali che accompagnano Leonardo in queste meravigliose città Europee come Nicolino Cabizza ed il figlio Aldo Cabizza, Antonio Zuccheddu, Antonio Canu, Antonio Marongiu, Pietro Fara ed altri colleghi.

Nel marzo ‘74 per due sere consecutive si esibisce all’Auditorium CIDA di Roma insieme ad altri colleghi quali; Giuseppe Chelo, Tore Canu, Tamponeddu …etc.
Inutile dire che i cantanti sono stati applauditissimi dalla platea e subissati da richieste di bis, al termine delle serate canore, Leonardo è stato premiato con una coppa dall’On. Salvatore Cattoni e da Gianni Ravera (organizzatore del Festival di Sanremo).

Per diverso tempo, è convocato tramite la “Regione Sardegna” a partecipare ad una “Scuola di Canto Sardo” nella cittadina di Paulilatino in provincia di Oristano, a così modo di insegnare, diffondere e far avvicinare le persone al Canto Sardo Tradizionale a Chitarra tramite vere e proprie lezioni.

Molteplici solo le presenze nelle Televisioni e Radio pubbliche e private; nel 1980 viene invitato all’innagurazione di “Videolina” una rete televisiva privata a quel tempo visibile solo nella regione, presso la quale viene invitato ad esibirsi o semplicemente come ospite; la sua voce ed immagine vengono persino usate come sigla per i programmi riguardanti il Canto Sardo.

La sua presenza è spesso richiesta in occasioni di rappresentanza per istituzioni o eventi particolari, come quando canta presso la Brigata Sassari che lo premia con un riconoscimento consegnatogli dal Ten.Col. Elio Cossu.

C’è una circostanza che ama in particolare; è cantare nelle feste di paese, nei teatri dove il pubblico lo acclama, lo riconosce, dove c’è uno scambio di emozioni. Quando canta rappresenta la sua identità di appartenenza a quell’isola che lui definisce UNICA.

Attualmente i suoi impegni sono soprattutto di rappresentanza, infatti è invitato spesso come ospite d’onore alle manifestazioni canore/poetiche, feste popolari od eventi.

Biografia curata da Gian Michele PIGA con la preziosa collaborazione del Prof. Rino CONTIGIANI di Roma

 

 

Testi e immagini di questo articolo sono un contributo di Gian Michele Piga, nipote e autore del sito del cantautore.

 

 Archivio Disterraus sardus: mercoledì 23 maggio 2007