Parco e Museo del canto sardo a chitarra

Progetto per la realizzazione di un “Parco e Museo del canto sardo a chitarra”.

[...] Al canto sardo a chitarra viene tuttora riconosciuta una storia significativa, a suo tempo diffusa in quasi tutta la Sardegna, la cui tradizione risulta profondamente popolare e sviluppata in un arco di tempo superiore al secolo. Dunque, si ha ragione di ritenere che tale forma di canto sardo costituisca un notevole patrimonio, unico e per questo ancora più prezioso. Ma è ormai sotto gli occhi di tutti che si tratta anche di un patrimonio bisognoso di essere salvaguardato, in quanto rischia, dopo l’avvento della televisione, del cinema, della musica moderna e di internet, di scomparire per sempre dall’orizzonte culturale della Sardegna. Quell’orizzonte che fino pochi anni fa trovava il suo spazio naturale nelle piazze dei nostri paesi e da queste nel vissuto, nella quotidianità e infine nella memoria collettiva.

Appare evidente che sono sempre più ridotte le occasioni riservate al canto sardo a chitarra e di conseguenza stanno diminuendo rapidamente anche i cantadores che lo praticano abitualmente. Inoltre, il disinteresse generale e la mancanza di comprensione dei suo valore etnografico e sociale sta accompagnando il canto sardo verso un definitivo declino, in fondo al quale già si intravede anche il suo oblio. E non sarebbe ipotizzabile, del resto, richiedere all’Unesco il riconoscimento del canto sardo a chitarra come patrimonio dell’umanità. Questa richiesta non avrebbe alcuna possibilità di essere accolta in quanto uno dei requisiti essenziali consiste nel fatto che il bene da tutelare deve avere anche caratteristiche materiali. E tale requisito, in questo caso, risulta essere assente.

La scomparsa del canto sardo a chitarra equivarrebbe alla morte di una buona fetta della memoria popolare, di un tratto musicale caratteristico, spesso intrecciato alla poesia sarda, e insieme equivarrebbe alla perdita di un importante fenomeno etnografico. Un fenomeno importante anche per la conservazione della lingua sarda e che potrebbe rappresentare, se adeguatamente tutelato e valorizzato, anche una valida opportunità da sfruttare a fini turistici e dunque con relativa ricaduta occupazionale, considerato che avrebbe tra le priorità del suo statuto le medesime finalità previste dai parchi letterari, dunque non soltanto quelle di studio, di ricerca e conservazione, ma anche quelle di creare posti di lavoro.

Puntando a queste principali finalità e di concerto con altre iniziative culturali, esterne alla struttura del Parco, è ragionevole pensare che il previsto Parco etnografico costituirebbe una prospettiva di interesse comune, una risorsa utile a tutta la collettività, dove il canto sardo a chitarra non si pone fine a se stesso ma come strumento di tutela e valorizzazione di un patrimonio comune, come momento culturale a disposizione delle scuole, di qualunque aggregazione sociale o semplice cittadino, e insieme si propone quale strumento di occupazione rivolto principalmente ai giovani.

Scopi e compiti del Parco e Museo.

Il parco e museo regionale, dedicato al canto sardo a chitarra, intende nascere come sistema di sviluppo territoriale, mirato a produrre turismo e cultura nel suo intreccio naturale e produttivo, oltre che a suscitare consapevolezza delle proprie risorse e ad essere., in definitiva, memoria vita e vitale in cammino con quanti abitano i nostri paesi. Inoltre, nei suoi compiti specifici si prefigge di: ricercare, studiare, catalogare e conservare tutto quanto costituisce la storia del canto sardo chitarra, al fine di consentire la salvaguardia, la consultazione, la conoscenza e la promozione di questa tradizione popolare.

Conformazione geografica e identitaria del Parco e Museo.

Il Parco deve comprendere tutti quei paesi che sono stati particolarmente attivi in questo settore, per i contributi forniti con particolari forme di canto e/o con artisti apprezzati a livello regionale. Ad esempio: Ozieri, Ploaghe, Codrongianos, Nuoro, Tempio, Chiaramonti, Bulzi, Osilo, Sindia, Usini, Seneghe, Narbolia, ecc. ecc. Le comunità locali, rafforzate nell’identità e nell’orgoglio hanno così l’opportunità di promuovere nuove attività economiche legate al turismo, all’ambiente e ai beni culturali. I giovani, in particolari, coniugando tradizione e innovazione, vocazione naturale e spirito imprenditoriale, possono diventare o protagonisti di uno sviluppo diffuso e diversificato. Così la memoria dei luoghi diviene motivo di sviluppo e di radicamento, e nel contempo si proietta nel futuro.

Articolazione del Parco e Museo.

Biblioteca. Costituiscono la biblioteca: libri, documenti e fotografie inerenti personaggi, eventi e luoghi caratteristici del canto sardo a chitarra.
Discoteca. Costituiscono la discoteca tutti i supporti magnetici (musicassette, dischi, CD e DVD) nei quali sono stati registrati canti, suoni e voci relativi al canto sardo a chitarra.
Strumenti. Ricerca, reperimento e conservazione degli strumenti utilizzati nel canto a chitarra, nelle gare e in luoghi privati (feste, scampagnate, cantine, bar).

Toponomastica storico-musicale del parco e Museo.

Si intende realizzare anche un’estensione culturale del Parco, come memoria diffusa e narrante, attraverso una toponomastica musicale. Tale toponomastica deve riguardare tutti quei paesi previsti nella “Conformazione geografica del Parco” e posta in essere attraverso delle targhe -simili a quelle dei parchi letterari- collocate nelle vie e nelle piazze dei paesi interessati. Si tratta di una toponomastica musicale (ossia Parco letterario - musicale) intesa a raccontare ad abitanti e visitatori la storia del Canto sardo a chitarra e dei suoi personaggi più significativi, del specifico territorio o della Sardegna.

Percorsi all’interno del Parco e Museo.

Si prevede di individuare alcuni segmenti caratteristici da proporre al visitatore, sia adulto che bambino. A titolo di esempio, possiamo pensare a un “Sentiero dei sentimenti”, a un “Viaggio della memoria” e a un “Percorso delle tradizioni”, tutti segmenti o regioni di una geografia dove il canto sardo a chitarra risulta l’attore principale e il territorio partecipa come spazio naturale, come vissuto nel quale il canto sardo è nato e cresciuto, del quale si è nutrito e al quale ha poi donato la sua straordinaria bellezza, artistica e umana.

Ulteriori attività del Parco e Museo.

Scuola di canto sardo a chitarra. Oltre alle attività di ricerca, conservazione e promozione, il Parco prevede anche una periodica organizzazione di scuola di canto sardo a chitarra. Alla stessa potranno partecipare tutti quei giovani che, anche solo per semplice passione, vogliano intraprenderne uno studio occasionale, oppure metodico e approfondito.

Manifestazioni.

Si prevede di organizzare manifestazioni inerenti il canto sardo a chitarra, arricchite con momenti rievocativi da dedicare a personaggi che si sono particolarmente distinti nella tradizione di questo canto, nonché con premiazioni mirate ai più anziani e a più giovani.
Convegni. Ogni convegno costituirà un momento di riflessione e di valutazione, relativamente ai programmi in corso e alle attività svolte dai vari organismi del Parco, nonché un’occasione per la revisione e il rilancio del Parco anche in funzione di nuove esigenze e problematiche.

Costituzione di un sito dedicato al Parco e Museo.

Il progetto prevede, in primo luogo, la costruzione di un sito dedicato al Parco e Museo, dove per mezzo di foto, biografie, storie, documenti audio e materiali vari si offre la possibilità di essere, in questo modo, fruibile anche a distanza. Realizzando così un Parco e Museo virtuale mirato alle esigenze degli emigrati sardi e di quanti, studiosi, ricercatori e semplici appassionati, abbiano interesse a conoscere il canto sardo a chitarra e insieme la sua storia.

di Antonio Strinna