Archivio articoli e news

< La “protesta del latte” sbarca in Piemonte. Falchi e Orritos ospiti dell’Associazione Cuncordu di Gattinara (VC)
11.04.2019 22:10 Età: 5 yrs
Categoria: Noas

Dodicesima edizione de “Sa Die de sa Sardigna” a Saronno (Varese), 27 e 28 aprile 2019

A Saronno (Varese), 27 e 28 aprile 2019, dodicesima edizione de “Sa Die de sa Sardigna” (Festa del Popolo Sardo) organizzata dai Circoli F.A.S.I. della Circoscrizione Centro Nord (Lombardia)


I Circoli della Circoscrizione Centro Nord (Lombardia) della Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (F.A.S.I.), con il patrocinio della Città di Saronno (Varese), della F.A.S.I. e della Regione Autonoma della Sardegna, organizzano a Saronno, nei giorni 27 e 28 aprile 2019, la dodicesima edizione della celebrazione de “Sa Die de sa Sardigna” (Festa del Popolo Sardo) ai sensi della L.R. 14 settembre 1993, n. 44, e successive modifiche e integrazioni.


Programma della festa 2019 de “Sa Die de sa Sardigna” a Saronno (Varese) nei giorni 27 e 28 aprile 2019


SABATO 27 APRILE 2019

Presso Hotel della Rotonda, Saronno, via Novara 53 - pomeriggio

• Breve rievocazione storica delle cause della sollevazione del 28 aprile 1794 e dei moti antifeudali.

• Convegno: “Antonio Pìgliaru e Michelangelo Pira, ovvero la cultura al servizio dell’autocoscienza e del riscatto della comunità sarda”.


RIEVOCAZIONE STORICA

Ore 15,30: Apertura dei lavori

Luciano Aru, presidente del Circolo “Grazia Deledda” di Saronno

Ore 15,45: Saluti

- Autorità della Regione Sardegna e locali

- Serafina Mascia, presidente della F.A.S.I. (Federazione Associazioni Sarde in Italia)

- Giuseppe Tiana, coordinatore della Circoscrizione Centro Nord (Lombardia) dei Circoli F.A.S.I.

Ore 16,10: Paolo Pulina, vicepresidente e responsabile Cultura/Informazione della F.A.S.I.

Breve rievocazione storica delle cause della sollevazione del 28 aprile 1794 e dei moti antifeudali”


Ore 16,30: CONVEGNO “Antonio Pigliaru e Michelangelo Pira, ovvero la cultura al servizio dell’autocoscienza e del riscatto della comunità sarda”

Coordina: Tonino Mulas, presidente onorario della F.A.S.I.

Relazioni:

Antonio Delogu (già docente di Filosofia morale, Università degli Studi di Sassari)

Antonio Pigliaru: Cosa vuol dire essere Maestri”

Federico Francioni (già docente di Storia e Filosofia nei Licei)

La questione sarda alla luce degli strumenti teorico-critici di Antonio Pigliaru e Michelangelo Pira”

Salvatore Tola (studioso della cultura sarda)

Antonio Pigliaru, Michelangelo Pira, la rivista ‘Ichnusa’ e gli anni dell’ ‘impegno’ ”.


DOMENICA 28 APRILE 2019

Ore 9.30 - Saronno: Ritrovo dei gruppi in Piazza Libertà

Ore 10,00 - Presso la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, Santa Messa. Canti Liturgici in Limba da Eliana Sanna e l’offertorio del Gruppo Folk lombardo Bosino di Varese e del Gruppo Folk sardo

Ore 11,00 - Sfilata dei gruppi in costume lungo Corso Italia

Ore 13.00 - Pranzo presso il ristorante Hotel della Rotonda, via Novara 53

Ore 16.00 - Teatro Giuditta Pasta, Via 1° Maggio - Saronno

Apertura Coro Grazia Deledda Saronno. A seguire esibizione per il connubio lombardo/sardo del Gruppo Bosino di Varese e del Gruppo “Amedeo Nazzari” di Bareggio

Ore 16,30 Cabaret. Il meglio del Duo comico “PINO e GLI ANTICORPI”.


CIRCOLO CULTURALE SARDO “GRAZIA DELEDDA”

Associazione di Promozione Sociale, Culturale e Ricreativa

Via Fabio Filzi, 22 - 21047 SARONNO (VA)

Tel. e fax 02/9607598; info@cirsaronno.it


LA FESTA DE “SA DIE DE SA SARDIGNA” IN LOMBARDIA, 2003-2014

Dal 2003 al 2014, ogni anno cambiando località, i 20 Circoli F.A.S.I. della Circoscrizione Centro Nord (Lombardia), in una domenica immediatamente precedente o successiva alla data del 28 aprile, hanno onorato in Lombardia la “Festa del Popolo Sardo” (“Sa Die de sa Sardigna” - Il Giorno della Sardegna), che vuole ricordare la data del 28 aprile 1794, giorno in cui avvenne la (temporanea) cacciata dei Piemontesi dalla Sardegna ad opera del popolo cagliaritano. Ecco la sequenza delle date delle undici manifestazioni realizzate nel periodo 2003-2014 con l’indicazione delle località che hanno ospitato la festa, per le cure organizzative innanzitutto del Circolo sardo operante in loco:

2003 Bergamo,

2004 Como,

2005 Vigevano (PV),

2006 Varese,

2008 Cremona,

2009 Milano,

2010 Cinisello Balsamo (MI),

2011 Monza,

2012 Lecco,

2013 Pavia

2014 Lainate/ Parabiago


La festa del popolo sardo nel 2015 e nel 2018 è stata organizzata a livello di Federazione rispettivamente a Trieste e a Cagliari.

“Sa Die de Sa Sardigna-Festa del Popolo Sardo” è stata voluta dalla Regione Autonoma della Sardegna, con Legge Regionale n. 44/1993, per perpetuare la memoria del “Sommovimento Cagliaritano” e del “Triennio Rivoluzionario Sardo” (1794¬1796) contro il malgoverno delle autorità piemontesi e contro l’anacronistico regime feudale, instaurato dagli Aragonesi nel XIV secolo quando, dopo settanta anni di lotte, conquistarono il “Regnum Sardiniae”. Per quanto brutalmente repressi, nei Sardi riaffiorò il ricordo dell’antica indipendenza e l’orgoglio di aver respinto, da soli, i tentativi francesi di sbarco (1793): ciò valse a restituire loro la fierezza di sentirsi “popolo” dopo lunghi secoli di emarginazione. Ne conseguì l’aspirazione a recuperare la propria autonomia, alimentata dagli intellettuali, in particolar modo Giorgio Asproni e Giovanni Battista Tuveri.

I circoli della Circoscrizione Centro Nord-Lombardia della F.A.S.I. che organizzano l’evento:

Associazione Culturale “Amedeo Nazzari” BAREGGIO (MI)

Circolo Culturale Sardo “Maria Carta” BERGAMO

Circolo culturale sardo BRESCIA
Circolo Culturale Sardo “Raimondo Piras” CARNATE (MI)

Circolo dei Sardi “Domo Nostra” CESANO BOSCONE (MI)

A.M.I.S. “Emilio Lussu” CINISELLO BALSAMO (MI)

Circolo “Sardegna” COMO

Circolo “Sa Domu Sarda” CREMONA

Associazione Culturale “Amsicora” LECCO

Circolo Culturale Sardo “Grazia Deledda” MAGENTA (MI)

Circolo “Giommaria Angioy” MARCHIROLO (VA)

Centro Sociale culturale dei Sardi MILANO
Circolo dei Sardi “Su Nuraghe” PARABIAGO (MI)

Circolo Culturale Sardo “Logudoro” PAVIA

Circolo “Nuova Sardegna” PESCHIERA BORROMEO (MI)

Circolo Sardo “Grazia Deledda” SARONNO (VA)

Circolo Culturale “S’Emigradu” VIGEVANO (PV)

Centro Sociale Culturale Sardo “La Quercia” VIMODRONE (MI)


CONVEGNO

Antonio Pigliaru e Michelangelo Pira, ovvero la cultura al servizio dell’autocoscienza e del riscatto della comunità sarda”

Manlio Brigaglia ha scritto:

«Antonio Pigliaru (Orune, 1922-Sassari, 1969), filosofo, giurista, educatore, fu un instancabile organizzatore di cultura. Di tutte le sue iniziative ne ho seguito molte: ma credo che nessuno possa dire di averle seguite tutte. A un certo punto Pigliaru diventò una sorta di moltiplicatore di queste attività: quando si parla dell’attività di “Ichnusa” o del gruppo di “Ichnusa” bisogna sapere che di quell’attività e di quel gruppo solo Pigliaru sapeva tutto. Era lui, praticamente da solo, che programmava quello che c’era da fare ¬ poco meno che ogni giorno: compresi i molti giorni che stette in ospedale, e lo si andava a visitare soprattutto per prendere ordini e rispondere di incarichi ricevuti. Ad ognuno, o a piccoli segmenti del “gruppo” veniva affidato un compito: e a lui soltanto, se ne rispondeva. A questi rapporti individuali Pigliaru ne accompagnava degli altri di tipo, diciamo cosi, “comunitario”. Anche questo è stato scritto molte volte: Pigliaru teneva la sua casa ininterrottamente aperta. Tra l'ingresso, il salotto, lo studio e, spesso, la camera da letto c’era una circolazione continua di gente che, come si incontrava, cominciava subito a scambiarsi impressioni, notizie, elementi di dibattito. Gli “inviati speciali” del giornalismo italiano che negli anni caldi del banditismo venivano in Sardegna come su un pianeta sconosciuto hanno raccontato molte volte di questo curioso via-vai della casa di via Manno e di come Pigliaru governasse con pazienza e delicata attenzione per ciascuno la circolazione delle idee e degli umori. Aveva scritto da poco “La vendetta barbaricina”, e dunque era, soprattutto per i giornalisti “democratici”, il più convincente portatore delle argomentazioni da opporre alla maggioranza neppure tanto silenziosa che voleva risolvere il problema con una bella passata di napalm sul Supramonte».

Manlio Brigaglia ha scritto:

«Michelangelo Pira (1928-1980) è stato, con Antonio Pigliaru, il più originale e coraggioso intellettuale che sia vissuto in Sardegna nella seconda metà del Novecento. Nato a Bitti, cresciuto a Oschiri, aveva fatto le scuole medie e il Liceo classico a Sassari; l’Università a Cagliari, dove fu funzionario del Consiglio regionale e poi professore di Antropologia culturale in quell’Università. Si era laureato in Lettere con una tesi sul dialetto di Bitti. Sebbene vi avesse vissuto per pochi anni della primissima infanzia, Bitti era non solo il suo paese di nascita ma anche il luogo ideale della sua identità. Autore di numerose trasmissioni a Radio Sardegna, parlava il dialetto di Bitti con grande forza e grande eleganza insieme. Quando divenne, verso il 1960, uno dei primi e più impegnati studiosi della lingua sarda e dei suoi problemi, quello che lo muoveva non era un interesse occasionale ma un legame profondo con la cultura della sua piccola patria. Il padre, pastore di pecore, era conosciuto anche col nome di “Crapinu”, come buon poeta improvvisatore. Una delle sue trasmissioni di Radio Cagliari più seguite fu “Sardegna tra due lingue”, in cui, agli inizi degli anni Sessanta, analizzava i problemi che nascevano in Sardegna nel passaggio non solo fra una lingua (il sardo con tutte le sue varietà) e l’altra (l’italiano, sempre più dominante), ma soprattutto fra una civiltà (quella pastorale e contadina della Sardegna tradizionale) e l’altra (quella della civiltà industriale e capitalistica, che arrivava allora in Sardegna con la forza dei suoi strumenti di comunicazione – la scuola, la tv – e la potenza dei suoi mezzi finanziari). In quegli “anni della Rinascita” ci fu il tentativo di realizzare il Piano straordinario di rinascita economica e sociale secondo l’art.13 dello Statuto che aveva dato all’isola l’autonomia speciale e la legge 588/62 che aveva segnato l’avvio al Piano».