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30.05.2017 20:30 Età: 7 yrs
Categoria: Primopiano, Stato e Regione

Fluorsid | Discarica abusiva con 35mila tonnellate di fanghi carichi di arsenico ad Assemini

Fluosid: 35mila tonnellate di fanghi carichi di arsenico con soglie 140 volte al di sopra di quanto consentito dalla legge, secondo quanto emerso dagli accertamenti; è il risultato delle prime analisi portate a termine dagli agenti del Corpo forestale sulla porzione di discarica - circa due ettari - sequestrata il 24 maggio ad Assemini.


E' destinato a crescere il numero delle discariche abusive individuate dagli agenti del Corpo forestale nell'ambito dell'inchiesta sulla Fluorsid di Macchiareddu. Attualmente sono stati messi i sigilli a 18 ettari di terreni, ma nella zona attorno allo stabilimento si troverebbero, secondo quanto emerso dalle indagini e soprattutto dalle dichiarazioni rilasciate da alcuni indagati durante gli interrogatori, altri siti sospetti per un totale di circa quattro ettari: anche qui sarebbero stati scaricati e/o interrati rifiuti provenienti dalle lavorazioni alla Fluorisid.

Gli investigatori stanno effettuando ulteriori accertamenti e verifiche, con analisi dei terreni, poi scatteranno i sequestri. Si attende anche l'arrivo degli ispettori dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che in una ispezione straordinaria la cui data non è stata ancora decisa, si occuperanno di verificare il rispetto delle misure di sicurezza adottate dall'azienda e i livelli di inquinamento.

IN UN ALTRO SITO DI ASSEMINI 35MILA TONNELLATE DI FANGHI
In quella discarica destinata agli inerti e alla terra proveniente dagli scavi, c'erano interrate oltre 35mila tonnellate di fanghi provenienti dalla Fluorsid, lo stabilimento di Macchiareddu al centro dell'inchiesta che il 16 maggio scorso ha fatto finire in manette sette persone tra vertici dell'azienda e imprese d'appalto. È il risultato delle prime analisi portate a termine dagli agenti del Corpo forestale sulla porzione di discarica - circa due ettari - sequestrata il 24 maggio ad Assemini.

Un sequestro probatorio avvenuto dopo le dichiarazioni rilasciate agli inquirenti da due indagati, gli operai di una società appaltatrice dei servizi di logistica dello stabilimento di Macchiareddu. Colloqui lunghissimi in cui sono stati svelati al giudice e al Pm i retroscena degli interramenti dei rifiuti provenienti dalla Fluorsid.

Fanghi carichi di arsenico con soglie 140 volte al di sopra di quanto consentito dalla legge, secondo quanto emerso dagli accertamenti, legati all'utilizzo dei cannoni ad acqua che dovevano servire per abbattere l'innalzamento di polveri dai cumuli. I cannoni avrebbero "pescato" anche l'acqua che arrivava dai processi di lavorazione dell'impianto dove veniva trattata la fluorite carica di arsenico. Il giorno dei sigilli della porzione di discarica sono stati anche sequestrati numerosi documenti attualmente sotto la lente degli investigatori per verificare quando sono iniziati gli scarichi fuori legge.

CHIESTA LA SCARCERAZIONE DI DUE DIRIGENTI
Si conoscerà entro domani la decisione dei giudici del tribunale del riesame di Cagliari sull'istanza di scarcerazione presentata oggi dagli avvocati di Sandro Cossu, responsabile della sicurezza ambiente della Fluorsid, e Alessio Farci, ingegnere a capo della produzione dell'azienda con sede a Macchiareddu (Cagliari).

Questa mattina si è tenuta l'udienza davanti al tribunale della libertà per due dei tre indagati della Fluorsid destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Cagliari su un presunto inquinamento. Gli avvocati del terzo dirigente ancora in cella a Uta, Michele Lavanga, direttore dello stabilimento, attendono la fissazione dell'udienza davanti al Riesame, ma nel frattempo hanno presentato appello contro la mancata scarcerazione del loro assistito dopo le sue dimissioni formalizzare a seguito nell'interrogatorio di garanzia.

Ai domiciliari restano, invece, il titolare della Ineco (ditta che si occupa dello smaltimento di scarti della produzione) Armando Benvenuto Bollani e Giancarlo Lecis, funzionario tecnico della Fluorsid, oltre ai due operai della Ineco scarcerati a seguito dell'interrogatorio reso sia col Gip che col pm.

Fonte: ANSA