L’Ardia è un’ antica corsa rituale a cavallo che ogni anno ha luogo a Sedilo, nel centro della Sardegna. Il 6 e 7 luglio un centinaio di esperti cavalieri, guidati da un capo corsa, “sa Prima Pandela” (Prima Bandiera), si lanciano in una folle corsa in onore di San Costantino, Santo per devozione popolare.
Ricevere questo incarico è un onore.
Le domande degli aspiranti vengono annotate in un antico registro custodito nella parrocchia. L’attesa è di molti anni.
Le donne e i forestieri non hanno mai partecipato all’Ardia.
Questo antico copione è rimasto immutato nel tempo fino a quando una giovane sedilese si è presentata al parroco per iscrivere il suo nome e rappresentare San Costantino come Prima Bandiera.
La devozione, l’abilità, la freddezza, l’ardimento e il coraggio, requisiti necessari per che chi vuol correre l’Ardia, vengono dai sedilesi espressi in un’unica parola: “s’animu”. Cosi, a Sedilo, un’unica parola esprime le qualità indispensabili ai maschi del paese, per la partecipazione alla pericolosa corsa dell’Ardia in omaggio a Costantino Imperatore, Santo per devozione popolare.
Ma s’animu, è prerogativa solo maschile?
Emanuela, ragazza di Sedilo, amante sin da piccola di cavalli e provetta cavallerizza, vuole anche lei correre per il Santo.
Il Parroco l’ha iscritta nella lunga lista di coloro che, fin da piccoli, a volte, chiedono e promettono di partecipare.
Si può rompere una tradizione che vede “sa femina” nel ruolo di colei che prepara la festa, il cibo, i dolci, le molte bottiglie... e prega il Santo per i suoi uomini in corsa?
La comunità tutta, ma in particolare i cavalieri si chiedono se l’Ardia è “cosa po femminas”.